Santuario della Madonna della Selva – 1400
fotografie: Fausto Bossi e Paolo Bossi
È l’edificio religioso più antico di tutta Fagnano.
Il Santuario della Madonna della Selva conserva la sua parte più antica nella cappella maggiore (XIV – XV secolo), mentre il portico antistante risale al XVI secolo, cui è stato aggiunto poi nel 1578 l’oratorio dei Flagellanti.
La tradizione vuole che il nome della Chiesa sia dovuto al ritrovamento di una statua lignea della Madonna della Pietà, che sarebbe stata rinvenuta nei boschi limitrofi. Dopo il ritrovamento il Santuario sarebbe così stato intitolato alla Vergine.
La festa del Santuario rappresenta, a tutt’oggi, la celebrazione che riunisce le tre parrocchie del territorio fagnanese. Si festeggia il primo weekend del mese di luglio, con spettacoli, conferenze, concerti, attività ludiche e di aggregazione all’interno dell’adiacente oratorio San Stanislao e dalla processione mariana per le vie del rione con la statua lignea portata dai fedeli. La chiusura dei festeggiamenti è rappresentata dalla Santa Messa celebrata dai sacerdoti nativi di Fagnano o che hanno operato nelle parrocchie fagnanesi nel corso degli anni. Uno spettacolo pirotecnico illumina la serata del lunedì, in onore della Madonna.
L’opera è divisa in due parti: quella inferiore, più antica, risalente al XIV-XV secolo, e quella superiore, databile intorno alla metà del XVIII secolo.
Sulla sulla parete Nord del Santuario possiamo ammirare tre splendidi affreschi:
- Madonna in trono e santi, cm. 320 x 200 circa. Artista lombardo, 1543.
- San Cristoforo, cm. 250 x 210 circa. Artista lombardo, 1548.
- S. Casa di Loreto, cm. 320 x 240 circa. Artista lombardo, 1543.
I tre dipinti sono datati attraverso iscrizione ripresa al di sopra della cornice dei riquadri.
Non è stato rintracciato il nome dell’autore, che predilige un linguaggio arcaico ed uno schema compositivo paratattico, ove pressoché assente è l’interesse per la resa della profondità.
Gli affreschi sono riaffiorati nel corso dei restauri del 1895; vennero poi riportati alla luce alla fine degli anni 1970, essendo stati coperti con calce quando il Santuario fu utilizzata come lazzaretto.
Opere di pregio sono anche una scultura del XVII secolo, un paliotto d’altare del Settecento.
Gli affreschi nell’abside e nella volta sono opera di Domenico Pellegrino e risalgono al 1613.
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