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Scuola Elementare “Salvatore Orrù”

scuola-orru-vedutaIl paese di Fagnano Olona non è rimasto fermo alla sua storia. Ospita anche esempi di architettura recente che si sono guadagnate delle menzioni a livello nazionale. L’amministrazione comunale negli anni Settanta ha infatti voluto creare luoghi di aggregazione sociale attraverso opere con una forte valenza urbana.
Tra queste c’è la scuola elementare di via Pasubio: edificio che si è inserito in una zona di forte sviluppo.
Il progetto è stato affidato a Aldo Rossi, architetto di fama internazionale, che dal 1972 al 1976 ha seguito la realizzare dell’edificio, creando un luogo di incontro per l’intera comunità (così si spiegano gli spazi della biblioteca e la corte gradonata).
La scuola è dedicata a Salvatore Orrù, medico condotto che operò a Fagnano dal novembre 1938 al 1962.

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Si tratta di una delle opere giovanili di Aldo Rossi (3 maggio 1931 – 4 settembre 1997), architetto milanese vincitore del premio Pritzker nel 1990, l’equivalente del Nobel per l’architettura. Avendo subito numerosi interventi di ammodernamento e messa in sicurezza all’interno, la struttura (uno dei due casi in cui Rossi si confronta con il tema della vita scolastica, insieme alla scuola di Broni) all’esterno presentava numerose lacune nell’intonaco, ma nell’insieme era ancora perfettamente riconoscibile. Quello che poteva essere un edificio di culto per i “Rossiani” e i postmodernisti (termine che Rossi non amava, “sono un post-antico”, scherzava), non era pubblicato e pubblicizzato, al punto che nemmeno gli abitanti di Fagnano Olona si ricordavano di avere un gioiello nel proprio territorio.
Aldo Rossi era un visionario. Basta osservare i suoi disegni per capirlo, trasposizione su carta del suo processo logico. Si interrogava sull’importanza dell’architettura come scena fissa della vita dell’uomo, sulla necessità o meno di trovare una misura esatta agli spazi dei suoi ambienti sospesi e metafisici, di stampo de Chirichiano, con la sola differenza che quell’orologio all’ingresso della scuola funziona per davvero, ed aggiunge al progetto una quarta dimensione, quella del tempo. Rossi riduceva il progetto a tutto ciò che lo circondasse, perché è la memoria che permette di dare un personale apporto alle cose, e quello dell’osservare con occhio archeologico (il tema Nietzscheano del frammento, ampiamente ripreso anche negli altri interventi, e la sua giustapposizione paratattica). Ne esce un vivo ed entusiasmante ritratto di questo edificio “unitario ma non singolare”, che ha il suo fulcro nella biblioteca al centro della corte (“come il tempietto del Bramante”), intorno a cui si articolano, a pettine, le aule ritmate dalle zone a verde.
Il vero cuore dell’edificio, la biblioteca, è solo intuibile dall’esterno, come nel San Carlone di Arona, tanto caro a Rossi. Ne è risultata una scuola connaturata al contesto, che accoglie la nuova creazione “come se fosse lì da sempre”. Il progetto effettivamente realizzato ha lo stesso carattere che si poteva cogliere dai disegni: visionario.
 

Per ulteriori informazioni: Fondazione Aldo Rossi

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