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BARBABLU’ 2.0: i panni sporchi si lavano in casa

L’Assessorato alle pari opportunità del Comune di Fagnano Olona, in collaborazione con la Pro Loco e l’associazione ICORE ha organizzato lo spettacolo teatrale “BARBABLU’ 2.0: i panni sporchi si lavano in casa” scritto da Magdalena Barile e messo in scena da “Teatro in mostra” di Laura Negretti. Un punto di vista aggiornato al XXI secolo della famosissima favola di Barbablù che però scardina il punto di vista originale. La storia è ambientata in una ricca provincia del nord Italia, in un mondo all’apparenza di assoluta armonia – di fiaba appunto – dove, dietro la porta di casa, regnano meccanismi implacabili di violenza e sudditanza psicologica. Interpretata da Laura Negretti e Alessandro Quattro è una rappresentazione che inizia con atmosfere molto comedy che lentamente scivolano nel thrilling, per chiudersi poi con un finale sorprendente. Uno spettacolo molto riflessivo che ha portato il pubblico a pensare come possono influire le dinamiche di quella che sembra la quotidianità di una vita di coppia. L’abitudinarietà dopo il matrimonio, i piccoli e grandi bisticci tra i due, uno spaccato di esperienza tra la moglie molto casalinga che fa fatica a uscire di casa un po’ depressa e repressa dal marito invece manager e a volte lontano da casa. Anche in sua assenza la donna resta in balia delle sue forti raccomandazioni. Alla fine risulta stremata, diventa un fantasma da quanto è sciupata a suon di pillole e antidepressivi. La solitudine nella casa porta ad essere trasandata, mangiare poco, fingere di uscire per un corso di pilates e invece nemmeno si avvicina alla porta di casa. La notte poi affiorano incubi e allusioni, effetti collaterali di trascuratezza e farmaci. Un sogno iniziato chattando con il computer, principe azzurro sposato e conseguentemente inizio di un periodo di seria difficoltà e nonostante le cure che il marito non le fa mai mancare purtroppo peggiora. La ricerca di un’identità forte che si è persa, sfilacciata fra violenze e soprusi che sono diventati la norma. Come in un giallo, la protagonista si troverà a ricostruire la dinamica di un omicidio, il suo omicidio, arrivando alla consapevolezza finale e terribile di esserne stata complice. Le donne hanno un ruolo molto importante nella vita quotidiana di una famiglia, di un ufficio e della società. Rispetto e dignità sono le basi principali per la costruzione di un rapporto di fiducia, di lavoro e di coppia che alla fine aiuta entrambi a sostenersi nel cammino comune vita che i due hanno scelto. [gallery link="file" ids="7977,7978,7979"]


C’era una volta un uomo con la barba dai terribili riflessi blu. c’era una volta un uomo che aveva avuto tante mogli: dicono sette ma forse anche di più… C’era una volta una porta chiusa che per nessun motivo deve essere aperta. La porta chiusa rimane, in “c’era una volta…” come adesso; perché l’orrore che si consuma all’interno delle mura domestiche e dietro una porta che troppo spesso resta serrata, e così terribile che poche donne trovano il coraggio di spalancarla. “Barbablù 2.0” non è la storia di un marito violento e delle conseguenze delle sue azioni, ma la storia di un viaggio nella testa di una donna. La ricerca di un’identità forte che si è persa, sfilacciata fra violenze e soprusi che sono diventati la norma. Come in un giallo, la protagonista si troverà a ricostruire la dinamica di un omicidio, il suo omicidio, arrivando alla consapevolezza finale e terribile di esserne stata complice. Un punto di vista aggiornato al XXI secolo della famosissima favola di Barbablù che però scardina il punto di vista originale. La storia è ambientata in una ricca provincia del nord Italia, in un mondo all’apparenza di assoluta armonia – di fiaba appunto – dove, dietro la porta di casa, regnano meccanismi implacabili di violenza e sudditanza psicologica.]]>